Ciccì coccò e la fame di parole

Quante volte ti è capitato di parlare il bambinese rivolgendoti ad una persona di età inferiore ai tre anni?

Ora ti racconto una storia che ti farà capire quanto è importante

non usare nomignoli con i bambini piccoli.

impara l'inglese al parcoNelle belle giornate accompagno il mio bambino al parco.

Cosa c’è di meglio di una giornata all’aria aperta: correre, incontrare gli amici, giocare.

Spesso incontriamo l’amichetto del cuore e allora il divertimento è garantito.

 

Anche al parco può crearsi l’occasione di parlare inglese per scoprire come è il suono di oggetti familiari

come l’altalena, lo scivolo, il dondolo in un’altra lingua.

 

Ho inventato una canzoncina che fa così:

“seesaw seesaw up and down the seesaw”,

dondolo al parco giochi“sul dondolo sul dondolo su e giù sul dondolo”.

Canto spesso questa canzoncina al mio bambino, ma ciò che mi ha sbalordito è l’effetto che ha avuto sul suo amichetto…

Il compagno di giochi di mio figlio, ascoltava indirettamente questa canzone,

ma sembrava non prestargli troppa attenzione,

perché entrambi erano concentrati nel gioco…

Invece la sua mamma mi ha fatto un bel regalo

ragistrando il video di lui intento a cantare questa canzone di sua iniziativa.

Si, perché, dopo diversi mesi, in altro contesto, a casa, mentre disegnava,

canticchiava la stessa canzoncina con una pronuncia impeccabile.

Eccolo catturato in quell’attimo in questo video…

Questa è la dimostrazione che i bambini da zero a cinque anni,

hanno una mente assorbente, cioè catturano tutto come delle spugne.

Sembrano distratti, invece hanno delle antenne che assorbono tutte le nuove informazioni.

Sono curiosi ed hanno fame di parole, altro che ciccì e coccò…

  • i bambini vogliono sapere le parole dei grandi
  • i bambini vogliono imparare le parole vere
  • i bambini vogliono scoprire il mondo

Troppe volte tu, adulto, sottovaluti il tuo bambino.

Gli parli come non fosse in grado di capire nemmeno le parole normali.

Vuoi qualche esempio?

Facciamo una prova.

Alzi la mano chi ha pronunciato una delle seguenti espressioni rivolgendosi ad un bambino:

  1. Ti sei fatto la bua (la ferita)?
  2. Dai andiamo sulla memè (sulla macchina)
  3. Vai a fare nonò (vai a letto)
  4. Hai visto come è bello il bau (il cane)?

Nella prima infanzia il bambino ha una particolare sensibilità e un grande interesse verso le parole nuove,

che è particolarmente intensa fino ai 5 anni.

E’ una fase nella quale il bambino ama particolarmente assorbire il più gran numero di parole.

Il bambino ne è affamato in quanto è intento ad ordinare il mondo che lo circonda

attraverso il sistema della corrispondenza tra ciò che vede e che interpreta e la parola che lo identifica.

Pensa a quanto i bambini molto piccoli amano ripetere le parole dei grandi,

soprattutto quelle pronunciate dalle persone con le quali stanno maggiormente a contatto o che prendono da esempio.

Sono dei veri e propri pappagalli!!

Sicuramente hai avuro l’occasione di conoscere la gioia con la quale un piccolo ripete un nome difficile!

E’ veramente forte l’interesse ad arricchire il proprio vocabolario e,

altrettanto forte è la capacità di assorbire parole nuove, difficili, inusuali…

Il bambino da zero a cinque ha un dono che si chiama memoria implicita.

Ma cos’è la memoria implicita?

Ti faccio un esempio molto semplice…

Pensa ad un neonato affamato, per cui basta l’odore della madre

perché si attivi  il suo senso di fame e l’immediato pianto a richiesta di cibo.

  • La memoria implicita è insita nel bambino
  • La memoria implicita è innata
  • La memoria implicita permette al bambino di apprendere naturalmente una seconda lingua.

Questa memoria, che si va perdendo dopo i cinque anni,

permette che l’acquisizione di nuove informazioni avviene casualmente.

 Le informazioni memorizzate tramite la memoria implicita non si apprendono con lezioni teoriche,

ma facendone esperienza, un pò come andare in bicicletta.

Le conoscenze memorizzate nella memoria implicita vengono utilizzate in forma automatica,

senza rifletterci, un pò come è successo all’amichetto di mio figlio, che così di punto in bianco,

senza che nessuno si fosse accorto che stesse imparando la mia canzone,

l’ha tirata fuori dai suoi ricordi come un mago tira fuori un coniglio dal cilindro.

Le conoscenze implicite migliorano con la pratica,

più si usa la bicicletta e più si va spediti.

Per prima cosa quindi cerca di parlare al tuo bambino dando alle cose il loro vero nome.

Ma attenzione!! Non correggerlo se chiama il cane “bau”,

ma ripeti la frase dicendo: “si mamma, è vero il cane abbaia”, usando la parola giusta.

Lo stesso vale per l’inglese: se il bamibino non ricorda una parola o la pronuncia in maniera sbagliata,

non puoi rimproverarlo o non puoi fargli notare l’errore,

ma semplicemente devi ripetere e usare di nuovo quella parola in modo corretto,

fino a quando non l’ha imparata.

Parla inglese al tuo bambino fin da piccolo e senza paura,

gli darai la possibilità di imparare l’inglese senza sforzo e in maniera naturale.

Non dovrà fare i sacrifici che hai fatto tu nell’impararlo da adulto.

Mi raccomando ricorda di commentare l’articolo e…

keep in touch!!

A presto

Lilli

 

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