Diventare bilingue è più facile di quanto credi

Oggi ti parlerò di bilinguismo, sembra un parolone,  ma è più facile di ciò che immagini o di ciò che ti fanno credere, quindi se sei curiosa continua a leggere questo articolo e scoprirai qual è il segreto per avere un bambino bilingue, anche se sei italiana.

Anzitutto sfatiamo un mito: diventare bilingui non è difficile. Il linguismo è capacità di parlare una lingua, il bilinguismo invece è la capacità di parlarne due: non ci crederai ma, al mondo esistono più i bilingui che monolingui.

Ebbene si, non è necessario essere dotato di un quoziente intellettivo superiore alla media per palare due o tre lingue e soprattutto non è detto che solo i bambini con genitori di diverse nazionalità imparino a parlare più lingue, anzi conosco persone che vivono in Italia e che pur avendo origini diverse hanno bambini che conoscono una sola lingua, cioè l’italiano semplicemente perché vivono in Italia. Quindi a volte capita che un genitore bilingue non riesca a trasmettere la propria lingua di origine a suo figlio solo perché vive in un altro paese e soprattutto perché ha paura.

Perché accade questo? Si tratta allora del contrario di quanto afferma il titolo del mio articolo e cioè che diventare bilingue è davvero un processo difficile? No, diventare bilingue non è difficile se:

  1. NON si hanno pregiudizi
  2. NON si ha paura
  3. NON si perde tempo.

Ti spiegherò questi tre punti in modo semplice, dando maggiore importanza al terzo che è quello che risponde alla domanda più ricorrente e cioè: insegnare inglese a mio figlio, quando iniziare?

Molti genitori pensano che si possa iniziare con l’inglese solo dopo i 3 anni, ma la lingua madre si comincia ad apprendere dalla nascita, se non addirittura in utero e in particolare si apprende “per immersione” che è radicalmente diverso dall’imparare l’inglese durante una lezione.

L’immersione linguistica è l’utilizzo della lingua come veicolo per l’apprendimento di altri contenuti, ad esempio una lezione o un laboratorio artistico in inglese, oppure si tratta dell’approccio naturale alla lingua in un mondo tutto inglese.

Molti genitori pensano che sia inutile, superfluo o poco importante iniziare con l’inglese prima dei 3 anni, invece è fondamentale, dipende tutto da quali risultati si vogliono ottenere:  se si vuole ottenere un risultato naturale, in termini di bilinguismo, prima è, meglio è. Quindi sfatiamo il pregiudizio che recita che è meglio imparare una lingua dopo i 3 anni o addirittura quando si è imparato a leggere e a scrivere.

Il timore di iniziare presto è infondato, anche alcuni genitori madre lingua hanno paura che i loro figli possano confondersi o non inserirsi nella società in cui vivono se parlano loro la lingua d’origine e per questo in alcuni casi anche loro ottengono scarsi risultati.

Ti dirò di più i ricercatori in campo linguistico affermano che i neonati prestano maggiore attenzione alle novità, cioè sono naturalmente attratti da lingue nuove, che ascoltano meno.

Mi diverto a fare questo esperimento con i bambini di pochi mesi che conosco: mentre piangono o sono distratti mi rivolgo a loro parlando o cantando in inglese, dovresti vedere le loro facce, sgranano gli occhi incuriositi e mi rivolgono tutta la loro attenzione. Provaci anche tu!

Tranquillizzerò anche il genitore più ansioso dicendo che anche quando un neonato sembra solo aver bisogno di mangiare e dormire, in realtà ha in corso una complessa attività cerebrale. Dunque, già da quando il bambino ha solo pochi mesi o pochi giorni, ascoltare due lingue invece di una è per lui una ricchezza, non solo linguistica, ma cerebrale!

Il segreto per aver un bambino bilingue anche se sei italiano è quello di abbandonare ogni paura e pregiudizio ed iniziare sin da subito a creare momenti in cui il tuo bambino sia in contatto con la lingua inglese.

Non sentirti mai inappropriato, anche quando sei tu a non capire tutto perfettamente, ogni singola parola, goditi il suono della lingua e la bellezza dell’esperienza. Pensa questo per te e  per il tuo bambino, abbi fiducia nelle vostre possibilità.

Il segreto è la convinzione di fare qualcosa di veramente importante per tuo figlio, la determinazione e la costanza, la consapevolezza che meglio lasciargli in eredità una seconda lingua e l’apertura mentale che qualsiasi bene materiale, solo così tuo figlio potrà essere libero ed avere più ampie opportunità.

Insomma, oggi è meglio di domani. Ma poi bisogna perseverare: la lingua è una cosa viva, non usarla la rende arrugginita. Ne è un esempio un bambino inglese sempre vissuto in Inghilterra che si trasferisce in Italia abbandonando improvvisamente la lingua per sempre. Anche quel bambino pur essendo nato e vissuto per un periodo in Inghilterra perderà l’inglese.

L’unica difficoltà allora è la determinazione e la costanza, cioè la dedizione ad un progetto perché si è consapevoli del suo valore e della sua importanza.

Leggere un libro per poi proseguire con un’attività abbinata alla lettura è il modo migliore per imparare la lingua in immersione. Nel blog che si occupa di arte per bambini The Artful parent ho trovato un lavoretto da realizzare con il tuo bambino collegata al libro When Pigasso met Motisse che puoi acquistare cliccando nel link del titolo.

L’attività è molto semplice e può essere realizzata anche dai più piccini di 2 o 3 anni che stanno prendendo confidenza con le parti del corpo o del viso. 

Ritagliate delle parti del viso dai giornali e poi divertitevi a costruire il vostro viso cubista attaccando parti diverse su un foglio bianco.

Basterà pronunciare le vari parti del viso che sceglierete e incollarle nel foglio.

Look two eyes! (Guarda due occhi)

Look one mouth! (Guarda una bocca) e così via con le varie parti del viso di cui avrete bisogno.

Il bambino sarà concentrato e divertito a ritagliare o scegliere l’immagine migliore, ma nel frattempo imparerà con te le varie parti del viso collegando le tue parole a ciò che vede nel foglio.

L’articolo che spiega nei dettagli l’attività lo trovi qui: http://playgroundparkbench.com/preschool-art-picasso-portraits/

E allora che aspetti, non perdere tempo e ricorda che dipende solo da te se il monolinguismo è curabile.

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Stay tuned. 

Lilli

 

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