Il Montessori a casa. Perchè il metodo diventi uno stile di vita.

Alessia Salvini nasce come Educatrice in un nido Montessori e poi in una “Casa dei Bambini”, il nome delle scuole materne a metodo Montessori, ma soprattutto è Mamma Montessoriana di una bambina di 10 anni. Dopo la nascita della sua bambina, ma già quando lavorava nella scuola, il suo sogno era quello di portare il Metodo Montessori nelle famiglie, oltre le mura scolastiche. Quando i bambini sono piccoli, le difficoltà, le conoscenze non approfondite nell’ambito educativo e i dubbi possono far sentire i genitori soli, per questo motivo Alessia ha scelto di diventare una tata o meglio una family coach montessori. Ho avuto il piacere di fare ad Alessia un’intervista che chiarisce alcuni dei dubbi dei genitori nell’educazione dei figli, se vuoi saperne di più su come rendere il Montessori uno stile di vita e se vuoi scoprire i segreti per portare il metodo anche a casa leggi l’intervista. Tata Alessia afferma di sentirsi Montessori nel sangue, nel cuore, nella fede: allora chi meglio di lei può illuminarci su come proseguire con il Metodo Montessori oltre le mura di scuola?

  1. Perché un genitore dovrebbe scegliere il metodo Montessori nell’educazione dei propri figli piuttosto che un metodo tradizionale? Qual è il valore aggiunto che il metodo Montessori fornisce ai nostri figli?

La prima cosa che un genitore deve fare è informarsi perché a fronte di una scelta, perché  possa definirsi libera, ci deve essere la conoscenza. La differenza sostanziale è che il bambino che frequenta una scuola montessoriana è un bambino verso il quale viene data FIDUCIA, viene data la LIBERTÀ di SCELTA pur seguendo delle regole che sono:

  • Non danneggiare te stesso
  • Non danneggiare l’ambiente
  • Non danneggiare l’altro

Il bambino impara non solo attraverso il libro, ma facendo esperienza ad esempio con le forme geometriche, che tocca ed esplora. Non impara l’alfabeto attraverso delle immagini da copiare, ma attraverso le dita, toccando le lettere. Il bambino nella scuola Montessori ogni giorno è abituato a scegliere, a prendere iniziativa e ad avere libertà di movimento. Nella scuola tradizionale deve aspettare che un adulto gli dica sempre cosa fare, dipende dall’adulto fortemente. Il bambino nella scuola tradizionale deve produrre un qualcosa che non parte dal suo interesse, quindi a volte può anche non aver voglia di fare ciò che gli viene proposto e si ritrova invece costretto a farlo a fronte di un giudizio, il voto; il rischio è che il bambino pensi di essere quel voto, invece, quel voto è relativo al prodotto del bambino. Il rischio è che il bambino si senta sicuro solo nel momento in cui ha l’approvazione di qualcun altro e così cresce dipendente dagli altri. Nella Scuola Montessori l’errore non viene giudicato, l’errore serve a comprendere, è un amico che insegna al bambino come fare.

  1. E perché la scelta di un’educazione Montessori dovrebbe riflettersi anche a casa? Cosa vuol dire Montessori a casa?

La risposta più forte è che il bambino nel Metodo Montessori è la chiave di lettura come fonte di miglioramento per noi adulti. Nel momento in cui scelgo di usare un piatto di plastica con un bambino piuttosto che uno in ceramica, probabilmente è perché così hanno fatto con me. Se voglio davvero cambiare da oggi devo dare FIDUCIA AL MIO BAMBINO: lo lascerò mangiare con un piatto in ceramica senza paura che lo possa rompere. In tutti i momenti della giornata la domanda che  può aiutare davvero tanto è:

  • In questo momento ho fiducia nel mio bambino?

Se uso ad esempio un piatto in ceramica mentre mangia: qual è la cosa peggiore e quale la cosa migliore che gli possa capitare? La cosa peggiore è che si rompa un piatto, ma la cosa migliore è che mio figlio si vedrà trattato come tutti gli altri e quindi si sentirà gratificato da questa mia azione, perché sentirà la fiducia che gli sto dando. Gli sto dando gli strumenti veri, quelli che usiamo noi.

  1. Il metodo Montessori viene spesso giudicato erroneamente e da chi non lo conosce bene come un metodo senza regole. In realtà lo spazio di libertà che si dà al bambino non è senza limiti. Ciò vuol dire che anche a casa dobbiamo porre dei limiti e seguire delle regole?

Innanzitutto ecco le fondamentali regole della Famiglia Montessori:

  • Tratta tutti con rispetto
  • Se usi qualcosa rimettila al suo posto quando hai finito
  • Se rompi o spargi qualcosa, pulisci
  • Dì la verità e non avere paura di ammettere i tuoi sbagli.

Le regole ci sono nel Metodo Montessori e quindi ci sono anche a casa; se hai scelto di avere uno stile di vita Montessori vanno rispettate da tutti. Prendiamo ad esempio il caso della cena quando il bambino non ha voglia di cenare. Dopo aver valutato se il bambino non ha voglia di mangiare perché magari ha fatto merenda tardi o si sente poco bene, prova a chiedere se vuole assaggiare qualcosa, la regola è quella di chiedere:

  • Non vuoi proprio niente?

Se il bambino insiste a non voler mangiare, si invita a venire comunque a tavola.

  • Ok, se non vuoi mangiare stai a tavola con noi, tu bevi qualcosa e intanto chiacchieriamo.

Il pasto non è solo cibo, ma anche stare insieme quindi se il bambino non vuole mangiare si può però sempre stare insieme. Quando il pasto sta per concludersi devi chiedere al bambino:

  • Sei proprio sicuro che non vuoi proprio nulla? Noi stiamo finendo, ora riordiniamo e poi basta, ok?

Se il bambino ha sempre risposto di non voler cenare e poi in seguito, quando è già tutto in ordine, gli viene fame, lì il genitore deve mantenere ciò che ha detto, rispettando la regola del momento del pasto. Le regole le leggo sempre, dice Tata Alessia, ma dico sempre ai genitori che leggerle e conoscerle non vale quanto metterle in pratica. L’esempio è il miglior insegnamento. Oltre all’esempio dobbiamo avere il coraggio di essere coerenti. Non c’è niente di più incoerente di un genitore che urla “questo non te lo compro” e poi alla fine cede ai capricci del bambino.

  1. Come vanno detti i NO al bambino? Qual è il modo per porre i limiti di cui abbiamo appena parlato?

Il bambino che riceve un’educazione di tipo autoritario, dove il genitore arrabbiato urla NO, non trasmette una bella energia e neanche un buon esempio. Ed è certo che un bambino che riceve tanti no non è un bambino che rispetta di più le regole. Tutto dipende dal tipo di approccio che usiamo nei confronti del bambino. Il nostro atteggiamento deve essere autorevole, ma non autoritario. I NO vanno spiegati o vanno offerte delle alternative. Queste sono le frasi utili da dire al tuo bambino in certe occasioni:

  • Mi dispiace (nome del bambino) capisco il tuo disagio e la tua sofferenza ma proprio questa cosa oggi non la puoi fare.
  • Se vuoi (nome del bambino) possiamo organizzarci per fare questa cosa domani, oppure possiamo fare altro adesso, scegli tu.

Un altro esempio riguarda le richieste al supermercato. Quante volte ti sarà capitato  che la spesa si trasformi in una continua richiesta di:

  • Dolci che non vuoi comprargli perché sai che gli fanno male
  • Giochi che non si possono comprare perché ne ha già tantissimi.

Se vuoi evitare di comprare continuamente dolci al supermercato è utile darsi anche in questo caso una regola, ad esempio scegliere un giorno in cui il bambino può avere un regalo o un dolce. Ad esempio se il sabato è il giorno in cui si va al negozio del biologico, in quell’occasione il bambino può  scegliere di comprare un dolcetto. Ma ricorda che “il non si può fare” è un dettaglio che presuppone che in generale tutti i componenti della famiglia, non possano fare quella cosa e quindi il divieto coinvolge anche noi genitori, perché le regole valgono per tutti. Inoltre, il bambino ha sempre bisogno di una spiegazione per capire il perché, una motivazione per cui non può realizzare quella azione. Quindi trova il tempo di spiegarglielo con calma, anche se sta piangendo o si butta a terra: i bambini anche se molto piccoli ci capiscono e con il tempo, l’esempio, la pazienza, capiranno e non lo faranno più.

  1. Nella stanza dei bambini ci sono tanti giochi e libri; quando un bambino gioca dovrebbe riordinare, ma non sempre vuole farlo. Come faccio ad insegnargli come mettere a posto i giochi che ha usato e quanto dobbiamo attendere perché lo impari?

Di base c’è una regola:

  • Si utilizza un gioco o un’attività, ma prima di iniziare un nuovo gioco si riordina quello che ho terminato di usare.

Per fare questo l’atto di riordinare va mostrato. Prima lo faccio io, poi lo facciamo insieme, in questo modo il bambino imparerà a farlo da solo, ma ci vogliono tempo e pazienza per saper attendere i risultati, che presto o tardi arriveranno. Un altro suggerimento è quello mettere alla portata del bambino poche cose a rotazione, due, massimo tre giochi o attività, perché se i bambini hanno tutto a portata di mano si confondono e vogliono usare tutti i giochi. Importante è come passiamo il messaggio del riordinare. Se noi ci lamentiamo continuamente dicendo:

  • Ecco questa casa è sempre in disordine devo sempre riordinare io!

Dobbiamo fare attenzione anche noi a come ci rapportiamo con l’ordine, non è facile perché a volte siamo stanche, ma se il bambino sente che a te non va di pulire e sistemare perché dovrebbe volerlo fare lui? In fine è importante sottolineare quanto il bambino ha riordinato bene con un complimento che non è Bravo.  Questa è una finezza montessoriana, dire al bambino:

  • Hai fatto un ottimo lavoro, piuttosto che Bravo!

Non succede nulla se dici bravo al tuo bambino, ma Maria Montessori non elogiava mai il bambino con un bravo, perché quello poteva sempre essere un giudizio sul bambino, per questo si soffermava sul lavoro.

  1. Qual è la relazione che c’è tra il Metodo Montessori e l’apprendimento di una nuova lingua? Qual è la concezione di Maria Montessori rispetto all’apprendimento di una lingua straniera?

Maria Montessori dice che il bambino da 0 a 3 anni ha una mente assorbente, che è potentissima. Per lui imparare una nuova lingua non è un lavoro. Noi adulti che ci accingiamo a una nuova lingua dobbiamo compiere una fatica. Maria Montessori lo spiega molto bene, che il bambino così piccolo non fa nessun tipo di sforzo, al contrario lui interiorizza automaticamente tutto ciò che l’ambiente gli dà, assorbe e costruisce interiormente, cioè crea le sue competenze naturalmente, per questo il lavoro di grande semina va fatto da quando nasce. Queste risposte ci fanno riflettere su quanto sia importante avere fiducia nel bambino e nelle sue capacità, che come nel caso dell’apprendimento di una lingua, sono spesso superiori alle nostre. Ma soprattutto Queste parole ci convincono sull’importanza di scegliere il Metodo Montessori non solo come una scuola per i nostri figli, ma come uno stile di vita, perché così ha davvero senso ed è efficace. In fine, se l’apprendimento dell’inglese è sempre delegato ad altri, alla scuola, a un’insegnante, ad un corso, si commette lo stesso errore di portare un bambino in una scuola Montessori e non proseguire con il metodo a casa. Se ad esempio a scuola il bambino è educato all’indipendenza poi a casa la mamma lo imbocca, i risultati che si ottengono sono nettamente inferiori a quelli che otterrebbe una famiglia che segue i principi Montessori anche oltre le mura di scuola. Come diceva Maria Montessori: “Su un punto hanno tutti lo stesso sentimento: il bambino è una sorgente d’amore; quando lo si tocca, si tocca l’amore”. I nostri bambini, tutti i bambini del mondo hanno un grande potere attraverso la loro crescita…se solo l’adulto riesce ad essere consapevole di questo ed ha fiducia e rispetto nel bambino stesso. Abbi fiducia in te e nel tuo bambino e imparare l’inglese sarà più facile di quanto credi! Il monolinguismo è curabile. Lilli  

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