[Perché le ragazze au pair non vogliono venire a casa mia?]
Avere una ragazza au pair non è avere un’insegnante di inglese in casa
Avere una ragazza au pair non è avere un aiuto per le pulizie domestiche
Avere una ragazza au pair non è avere una baby sitter per i tuoi bambini
Sono tante le richieste che mi sono arrivate per avere informazioni su come avere una ragazza alla pari a casa.
E molti mi hanno chiesto come mai non ricevono candidature da ragazze au pair dandomi motivazioni come:
- abito in un paesino le au pair non mi scelgono;
- sono sola con il mio bambino in casa, le au pair preferiscono una famiglia completa e non mi scelgono;
- non parlo perfettamente inglese e le au pair non mi scelgono.
Non sono queste le reali motivazioni per cui le regazze au pair decidono di NON venire a casa tua.
Le candidature arriveranno se:
- l’inglese esiste già nel tuo progetto di famiglia, nelle letture con i tuoi bambini,
nelle attività che fate insieme. - l’inglese è già un tuo interesse che condividi con la tua famiglia.
Allora sono certa che la ragazza au pair scegierà te!
Se al contrario credi che una ragazza di 20 anni possa essere l’insegnante e la prima protagnista del progetto dell’inglese per te e la tua famiglia sei sulla strada sbagliata.
La protagonista devi essere tu!
L’inglese deve essere la passione che trasmetti al tuo bambino e che vive la tua famiglia, se non c’è questo sarà difficile che i tuoi figli possano accettare un’estranea che non parla la loro lingua in casa.
Se in famiglia l’inglese non esiste, la ragazza alla pari troverà troppo pesante l’incarico che le state per affidare.
Leggo dei profili di famiglie che cercano un au pair e più o meno dicono tutti le stesse cose:
- devi prenderti cura dei miei tre figli
- devi insegnare l’inglese ai miei tre figli
- devi insegnare a me l’inglese
- devi aiutarmi con le pulizie di casa
Non è questo quello che interessa alle au pair.
- Un’au pair è disposta a venire da te se può essere un valore aggiunto al tuo progetto di inglese in famiglia.
Nel tuo profilo di ricerca per una au pair devi motivare in che modo lei può contribuire
a MIGLIORARE la vostra conoscenza dell’inglese e il tuo interesse al suo Paese e alla sua cultura.
- Un’au pair è disposta a venire da te se c’è uno scambio.
Il termine “au pair” deriva dalla lingua francese e il significato originario è “reciprocità”.
Nel XVIII secolo la denominazione ufficiale era “figlie di casa” in quanto vivevano in casa con la famiglia e in cambio aiutavano a curare i bambini.
Venivano chiamate au pair le giovani inglesi che si recavano in Francia per impartire lezioni di inglese ai figli delle famiglie francesi. D’altra parte le au pair volevano migliorare la loro conoscenza del francese e sopratutto apprendere le buone maniere francesi, molto in voga in quell’epoca.
Come una volta, le au pair ti scelgono per apprendere la cultura italiana.
Quindi nel tuo profilo di ricerca dovrai offrire svariate attività per farle vivere “esperienze” tipiche della tua cultura e del tuo Paese.
In molti credono che le au pair preferiscono le grandi città, si ha la convinzione che scelgono le famiglie per farsi una vacanza “gratis”.
Purtroppo gli italiani non capiscono cosa spinge una ragazza a scegliere il progetto “alla pari” perché non rientra più nella nostra mentalità il concetto di “scambio”.
Come già detto il motivo principale è proprio la volontà di entrare in profondità nella cultura del Paese e della famiglia e in “cambio” sono disposte ad accudire i piccoli e fare lavori domestici.
Io sono alla mia seconda ragazza e in pochi gorni ho ricevuto moltissime candidature pur vivendo in campagna in un piccolo paese lontano da grandi città.
Prima di volere un’au pair a casa tua, è importante che nella tua famiglia ci sia il desiderio di imparare l’inglese: se siete già interessati alla lingua e per questo a casa l’inglese non è una cosa strana, ma fate già attività in inglese, anche piccole cose come leggere libri, vedere i cartoni, ascoltare la musica, avere una ragazza alla pari sarà più facile, per voi, ma anche per il tuo bambino.
Se tuo figlio non è abituato ad ascoltare l’inglese, inizialmente sarà dura per lui accettare un’estranea in casa che non parla la sua lingua. E in qualsiasi caso, dovrai spiegargli tutto prima che l’au pair arrivi, sarà molto utile dirgli che sarà una persona che farà parte della famiglia e starà con voi per un periodo.
Anche se il bambino è molto piccolo una spiegazione è necessaria e importantissima.
E soprattutto devi essere forte se lui all’inizio non l’accetta, questo può accadere soprattutto alla prima esperienza e se poche volte sente parlare inglese, ma sarà la tua determinazione a fargli cambiare idea.
Sotto ho inserito un’intrevista in cui la mia au pair ti dice qual è il segreto per poter fare questa esperienza, ciò che l’ha spinta a venire in Italia, nella nostra famiglia e in campagna.
Mettiti dalla parte dell’au pair, per lei è un’esperienza importante per la sua vita. Ha solo 20 anni.
Quando scriverai il tuo profilo dovrai tenere in considerazione anche dei suoi desideri,
non solo dei tuoi e della tua famiglia, ricorda che è un dare – avere, non solo un avere!
Dall’intervista tre concetti sono molto chiari affinchè la tua famiglia venga scelta da un’au pair:
- parlare inglese
- ci deve essere feeling tra voi e l’au pair
- l’informazione.
Se pretendi che un’au pair venga da te per insegnarti l’inglese scordatelo.
Come ho già detto l’esperienza di avere una ragazza alla pari deve essere la ciliegina sulla torta,
un ulteriore arricchimento ad un progetto di bilinguismo già in atto. Ricordati che non imparerete l’inglese miracolosamente e che se l’inglese già non è nella vostra famiglia, l’esperienza au pair potrerà meno frutti. In caso contrario invece vi sorprenderà.
Una cosa importante è il feeling. Dovrai cercare di mantenere il contatto prima del suo arrivo.
Vi dovrete conoscere per sapere se siete fatti l’una per gli altri, cioè se va bene per la tua famiglia e voi andate bene per lei, in poche parole se c’è affinità e volete le stesse cose per questa esperienza.
I mezzi sono infiniti: skype, whatsapp, facebook.
Quindi è un processo che richiede molta pazienza e determinazione. Devi essere convinta!
Il consiglio è di non lasciar passare troppo tempo tra una mail e l’altra.
Mantenete sempre stretto il contatto.Siate pazienti e credeteci!
In fine, l’informazione: la prima cosa che mette in contatto la tua famiglia con l’au pair è il profilo
che scriverai negli appositi siti. Il profilo deve essere dettagliato, deve contenere tutta l’informazione,
l’au pair non partirà mai per venire da te se non sa a cosa va incontro.
Dovrai scrivere con chiarezza chi sei, quanti anni hai, cosa fai nella vita, ma anche gli orari,
qual è la vostra routine, ma soprattutto dovrai darle informazioni su quale sarà il suo alloggio,
e soprattutto cosa le è richiesto:
- cosa vuoi che faccia la mattina e la sera?
- quante ore dovrà lavorare?
- con chi si occuperà di tuo figlio, sola o con la nonna o la baby sitter?
- dovrà fare lavoretti domestici?
- quali sono le attività che vuoi che faccia con tuo figlio?
- avrà del tempo libero?
- cosa farete insieme?
L’informazione deve essere DETTAGLIATA!
Inoltre, fai sentire che anche tu vuoi sapere di lei, dovrà vivere a casa tua, quindi il contatto facebook, ad esempio, serve anche a te per capire chi è.
Sicuramente l’au pair non ti ha scelto se l’hai trattata come se stessi reclutando una domestica.
Ricorda che lei viene per essere una BIG SISTER per tuo figlio, per essere parte della tua famiglia.
Spesso una ragazza che viene da lontano, non conosce la lingua, non conosce la cultura, non ha amici in Italia ed è molto giovane non ha interesse a girara da sola.
Vuole stare con VOI! Ricorda, e questo è fondamentale, che lei sarà parte della famiglia.
Inoltre tieni presente che viene per essere utile, quindi sii specifica nelle sue mansioni e lasciale dei piccoli compiti se non è con il tuo bambino, tipo pulizie domestiche. Deve sentirsi utile.
E parla, se qualcosa non ti piace sii diretta, sempre con educazione.
Ricordati che viene per imparare la cultura e per conoscere posti.
Puoi anche specificare le esperienze che hai intenzione di farle vivere,
digli che hai piacere di fargli conoscere la tua città, ad esempio che sarebbe bello visitare un museo insieme o passare qualche giornata al mare.
Non devi mai sentire il peso di questa esperienza, non deve essere mai un sacrificio
per il tuo inglese o quello di tuo figlio, quindi pensa bene anche al periodo in cui
dovrà stare con voi, inizialmente è meglio un breve periodo.
L’interesse per la cultura, il cibo è prioritario, ma ricorda che la parte centrale della sua
esperienza sei tu con la tua famiglia, la cultura passa tramite voi.
Concludo con l’ultimo suggerimento: cura anche le foto che inserisci nel profilo, ricorda che sono foto che devono presentarvi per la prima volta ad una persona, quindi non dovranno essere troppo buffe o nn dovrai portare gli occhiali, pensa che è un pò come scrivere un curriculum vitae. Anche inserire qualche bella foto dei posti della vostra città è un valore aggiunto.
Ti lascio all’intervista che è in inglese, ma qui sotto trovi la traduzione:
Io: Ciao Brooke! Così tu sei un’au pair in Italia! Allora grazie per questa intervista,
che forse potrà aiutare le famiglie Italiane ad averne una.
B.: Ciao!
Io:La mia prima domanda è Perchè hai scelto di diventare un’au pair?
B.: Bè, avevo bisogno di una pausa dalla mia vita a casa e amo i bambini così ho pensato potesse
essere l’esperienza ideale. Quindi l’esperienza au pair poteva unire le due cose.
Io: Così hai pensato potesse essere un’esperienza molto importate per la tua vita…
B.: Si!
Io: Perché hai scelto proprio l’Italia? Ho notato quando ho letto il tuo profilo,
che l’Italia era la tua unica opzione, era l’iunica scelta, la numero uno, così sono proprio curiosa di sapere perché proprio l’Italia!
B.: Bè, la famiglia di mia madre è italiana, volevo sapere tutto della vostra cultura.
Io: Volevi un pò scoprire le tue radici.
B.: Bene, Italia è la numero 1 nella mia “bucket list”.
Io: Aspetta..cos’è una “bucket list”?
B.: Una “bucket list” è una lista delle cose che vuoi fare prima di morire
Io: se ho capito bene è come una spece di lista dei desideri
B.: Tutto ciò che vuoi fare prima di morire.
Io: Così l’Italia era al primo posto nella lista dei tuoi desideri. Wow E..sei interessata
alla cultura e al nostro cibo?
B.: Tantissimo! Voglio sapere tutto! Ogni cosa che riguada l’Italia e gli italiani, il cibo…
Io: Bene, grazie! E…un’altra domanda, perché hai scelto la nostra famiglia?
B.: La cosa più importante che credo che sia che parlate un inglese molto buono,
quindi è stato molto facile comunicare e quando ho letto il vostro profilo, l’ho trovato molto dettagliato.
Io: Si, per noi era importante che tu sapessi tutto prima di venire da noi, ossia volevo che il profilo fosse chiaro.
B.: Si,sicuramente era chiaro e soprattutto siete stati in contatto con me per tutto il tempo
Io: Infatti abbiamo parlato su skype
B.: Si su skype, facebook, su whatsapp…
Io: E volevo sapere che ne pensi della campagna, cioè del fatto che viviamo in campagna.
Alcune famiglie mi hanno detto che questa cosa non va bene, cioè non vengono scelte per il fatto di vivere in campagna o in un paesino. Cosa ne pensi? Ti preoccupava che vivessimo in campagna?
B.: Io non ero preoccupata perché la comunicazione è stata sempre buona tra di noi, ed era come se
sentivo di conoscervi già. Abbiamo avuto da subito un feelig, una connessione, per questo mi sentivo al sicuro. E soprattutto avevo capito che eravte una famiglia tipica italiana che poteva insegnarmi ciò che volevo imparare.
Io: Cioè mi stai dicendo che il luogo non era importante ma la cosa più importante per te era la famiglia.
B.: Si penso che la cosa più importante sia avere feeling.
Io: Dici che la cosa più importante è la relazione e la connessione che senti .
B. Si essere sulla stessa linea d’onda. Prima che l’au pair arrivi da te devi aver comunicato con lei per
essere certi da entrambe le parti che si è d’accordo su tutto.
Io: Possiamo dire che informazione e feeling sono le due cose più importanti.
L’ultima domanda, quali sono state le cose che non ti sono piaciute delle altre famiglie?
B.: Alcune famiglie avevano un profilo con un’informazione davvero limitata, parlavano un inglese che limitava la comunicazione, tanto che certe volte era difficile perfino capirsi, ma soprattutto dopo aver parlato per un pò, alla fine non si arrivava a niente, cioè il contatto si perdeva e non mi hanno più scritto.
Io: Allora informazione, feeling e possiamo aggiungere che anche mantenere il contatto è di primaria importanza per conoscersi e fidarsi e sapere ogni cosa prima di partire
B.: Decisamente si!
Io: Bene Brooke, grazie mille! Ciao!
B.: Di nulla! Ciao!
A presto, Lilli.