Il bilinguismo, cioè la capacità di saper parlare due lingue in maniera fluente, non è così difficile da ottenere come pensi, al contrario è più facile di ciò che immagini, se però conosci il segreto per ottenerlo, cioè iniziare con l’inglese molto presto.
Diventare bilingue è possibile se si viene sottoposti sin dalla prima infanzia a due lingue contemporaneamente.
Nella didattica delle lingue il linguismo è la capacità di parlare una lingua, il bilinguismo invece è la capacità di parlarne due: non ci crederai ma, al mondo esistono più bilingui che monolingui.
Non è necessario essere dotato di un quoziente intellettivo superiore alla media per palare due o tre lingue e soprattutto non è detto che solo i bambini con genitori di diverse nazionalità imparino a parlare più lingue, anzi alcune persone che vivono in Italia pur avendo origini diverse hanno bambini che conoscono una sola lingua, cioè solo quella del paese in cui vivono.
Quindi a volte capita che un genitore bilingue non riesca a trasmettere la propria lingua di origine a suo figlio solo perché vive in un altro paese e soprattutto perché ha paura.
Infatti, diventare bilingue non è difficile solo se:
1. NON si hanno pregiudizi
2. NON si ha paura
3. NON si perde tempo.
Come ho scritto nel post Quando iniziare a insegnare l’inglese ai bambini? Da subito! non devi fare l’errore che commettono molti genitori oggi.
Ovvero portano il figlio a una scuola bilingue solo dopo i 3 anni o quando inizia la scolarizzazione, cioè all’età della scuola primaria. Se è vero che è importante sottoporre i bambini ad una lingua diversa dalla propria in età precoce per ricalcare il metodo naturale di acquisizione di una lingua straniera, ricordiamoci che la lingua madre si comincia ad apprendere dalla nascita, se non addirittura in utero e in particolare si apprende “per immersione” che è radicalmente diverso dall’imparare l’inglese durante una lezione.
L’immersione linguistica è l’utilizzo della lingua come veicolo per l’apprendimento di altri contenuti, ad esempio una lezione o un laboratorio artistico in inglese, oppure si tratta dell’approccio naturale alla lingua in un mondo tutto inglese.
Il timore di iniziare presto è infondato, anche alcuni genitori madre lingua hanno paura che i loro figli possano confondersi o non inserirsi nella società in cui vivono se parlano loro la lingua d’origine e per questo in alcuni casi anche loro ottengono scarsi risultati.
I ricercatori in campo linguistico affermano che i neonati prestano maggiore attenzione alle novità, cioè sono naturalmente attratti da lingue nuove, che ascoltano meno.
Puoi fare questo esperimento con un bambino di pochi mesi: mentre piange o è distratto prova a rivolgerti a lui parlando o cantando in inglese, vedrai la sua faccia cambiare espressione e prestarti attenzione, un bambino s pochi mesi a cui si parla una lingua diversa da quella sempre ascoltata dalla nascita sgrana gli occhi incuriositi e ti rivolge tutta la sua attenzione.
L’importante è capire che anche quando un neonato sembra solo aver bisogno di mangiare e dormire, in realtà ha in corso una complessa attività cerebrale. Dunque, già da quando il bambino ha solo pochi mesi o pochi giorni, ascoltare due lingue invece di una è per lui una ricchezza, non solo linguistica, ma cerebrale.
Il segreto per aver un bambino è quello di abbandonare ogni paura e pregiudizio ed iniziare sin da subito a creare momenti in cui il bambino sia in contatto con la lingua inglese in un contesto rilassato e naturale.
Anche quando il bambino non capirà il significato di ogni singola parola, riuscirà a comprendere il contesto e ciò di cui si parla per intuizione e stimolato dalla situazione spontanea in cui si trova, si lascerà così coinvolgere dal suono della lingua e dalla bellezza dell’esperienza molto più di un adulto. Gli adulti hanno inibizioni, hanno vergogna di non essere all’altezza, mentre ai bambini molto piccoli tutto questo non interessa, perciò dobbiamo avere fiducia nelle loro capacità innate e nella loro facilità a recepire gli stimoli che li circondano.
Il segreto per avere un figlio che sappia parlare un inglese fluente è la convinzione che se si espone i propri figli all’inglese quando sono molto piccoli, si sta facendo qualcosa di veramente importante per loro. Anche la determinazione e la costanza del genitore infatti influisce positivamente nel processo di bilinguismo, cioè la convinzione che ha più valore lasciare in eredità ai propri figli una seconda lingua e l’apertura mentale che il bilinguismo crea, più di qualsiasi altro bene materiale, perché solo così potranno essere liberi ed avere più ampie opportunità.
Se sei tu il primo ad essere convinto di quanto sia importante imparare l’inglese da bambini e magari ti adoperi a leggergli delle storie o a realizzare con lui piccole attività domestiche in inglese, o ancora a giocare con lui o a cantare canzoncine in una lingua diversa da quella madre, crei un contesto esperienziale, cioè lo circondi di stimoli positivi per l’apprendimento dell’inglese.
I ricercatori affermano che “se non ci sono stimoli non c’è cablaggio”, cioè la formazione di nuove sinapsi in conseguenza di stimoli esperienziali, che contribuiscono allo sviluppo del cervello. In particolar modo la stimolazione precoce data dalla interazione con le figure primarie di riferimento, come la mamma, contribuisce allo sviluppo del bambino e crea “plasticità celebrale”: quando il bambino è piccolo e si trova in un contesto sereno e stimolante basta poco per ottenere tanto.
La precocità è molto importante perché le linee portanti si fissano nei primi anni di vita. Le ricerche, ad esempio, dimostrano che il linguaggio si sviluppa maggiormente nei bambini di madri responsive, queste nella psicologia dello sviluppo ed in particolare nel modello socio-costruttivista dello sviluppo, hanno un ruolo centrale perché sono in grado di creare interazioni precoci con il loro bambino all’interno dei formati di attenzione condivisa. Da questi scambi dipende la qualità della condivisione di stati mentali e affettivi nell’esperienza intersoggettiva pre-verbale tra madre e bambino, che a sua volta rivestirebbe un ruolo importante nell’influenzare le differenze individuali relativamente alla comparsa, con la maturazione cognitiva del bambino e lo sviluppo del suo interesse per gli oggetti e la realtà esterna, di nuovi livelli di comunicazione intenzionale ed affettiva nelle relazioni interpersonali (Tomasello, 1995).
La stimolazione unidirezionale come quella che può dare una televisione o un gioco parlante non è sufficiente, infatti lo sviluppo di nuove sinapsi richiede interattività.
Che si intende per interazione? L’interazione è contatto, sguardo, parola, gioco. In parole povere meno parole si ascoltano, meno parole si imparano e si possono ripetere, per cui un ambiente stimolante pesa di più delle capacità innate.
La precocità vuol dire proprio questo: prima intervieni e più sei efficace.
Per questo la perseveranza è fondamentale nel processo di bilinguismo.
Quante volte ti sei imbarcata in un progetto che poi non sei riuscita a concludere?
Quante volte hai trovato mille scuse per rinunciare?
– Non ho tempo
– Che sarà mai se oggi salto
– Non trovo un’insegnante che mi aiuti
– Con i ritmi che ho è impossibile
– Ma siamo sicuri che serva?
Tante sono le frasi che ripeti a te stessa per giustificare la tua rinuncia.
Ai nostri giorni direi che oltre alla pazienza la virtù dei forti è proprio la perseveranza.
Siamo sempre più confusi su quali siano i nostri reali obiettivi perché tanti sono gli input che riceviamo, forse perché abbiamo troppo e abbiamo rinunciato a scegliere.
La perseveranza comprende una scelta decisiva e una fiducia smisurata verso le proprie capacità e verso ciò che si vuole ottenere.
Solo un lavoro costante e fiducioso può farti raggiungere il traguardo, come quando nella tua mente si ripetono le frasi:
– Io ce la farò
– questo è il mio cammino
– sono sulla strada giusta
D’altronde la parola perseveranza nel dizionario Treccani riporta la seguente citazione:
– Costanza e fermezza nel perseguire i propri scopi o nel tener fede ai propri propositi, nel proseguire sulla via intrapresa o nella condotta scelta.
Vale per l’inglese, vale per la vita.
Per questo ti regalo un’attività da realizzare in inglese con il tuo bambino.
L’attività prevede una parte all’aperto di ricerca delle foglie in cui vi divertirete a collezionare le foglie che trovate all’esterno durante una passeggiata.
Ogni volta che inserisci la foglia nella busta o nel cestino ripeti:
– it’s a red leaf
– it’s a yellow leaf
– it’s a green leaf
– it’s a brown leaf
Una volta soddisfatti del vostro bottino, una volta a casa potrete contare le foglie di diverso colore pronunciando la frase:
– how many red leaves are there?
Il tuo bambino dovrà risponderti o se non riesce ancora a pronunciare l’intera frase tu dovrai rispondere per lui la prima volta:
– there are 5 red leaves.
La parte creativa invece si sviluppa a casa.
Prendi un foglio bianco sul quale attaccherai uva foglia alla quale darsi una forma umana.
Si tratta di un ottimo esercizio per imparare le varie parti del corpo e i plurali e puoi utilizzare le seguenti frasi:
– Look one eye and two eyes
– Look the mouth
– Is the leaf happy or sad?
Io ho utilizzato i googly eyes che sono sempre divertenti!
Buon lavoro!!
Lilli